Sarei apparso a dio in persona, se fossi stato vivo,
sfortunatamente


R. (B.) Larraìn

domenica 3 novembre 2013

La pennichella, Poesia, di Rodrigo (Buenaventura) Larraìn

Balbettavo
   non mi spiegavo
non ci riuscivo
  per lo più dormivo
steso sotto il lavandino
  lungo quello stupido declivo
con la testa a valle
  le api a
frotte
  nelle orecchie
il sorriso a spalle
  i vermi tra le dita
su, per le cosce
l'ortiche aggrovigliate
  su per
le palle
  a lenirmi angosce
che non provavo
  Balbettando latravo
in silenzio
  non mi spiegavo
come potesse il
  giorno
morir di stenti
  in un amen
come a chiuder
  l'occhi
in un amen
  senza lamenti

Come pesci muti, ciechi e muti, poesia, di Rodrigo (Buenaventura) Larraìn

Ci sarebbe
  da chiarire, poi
ad un certo punto
e una volta per
tutte
chi è la
gente
quella bella
quella perbene
quella perdente
  e cos'è quella lieve
paranoia
che c'attanaglia tutti
che ci sdubbia
ci sdoppia l'anima
la sminuzza in un outlet
ai limite dell'estate
  E' quel che meritiamo?
Un outlet infinito in un
saldo perenne
una puttana perbene
uno sguardo
avvizzito sull'abisso
 del presente
senza lo straccio della speranza
di un posto
o di un chiodo (un chiodo, almeno quello)
fisso?
  Poi dovremmo
un bel giorno
capire chi siamo
e perchè alla fine
nella stessa identica
maniera
informe
tutti moriamo
col respiro tra
i denti
a brandelli
rendendo l'anima
  al niente
Poi, per dire,
non ci rimarrebbe
che dormire,
sognando sogni in rima
muti come pesci
autistici
pescati di mattina
sul lungomare
chiazzato dalla
brina
viola