Sarei apparso a dio in persona, se fossi stato vivo,
sfortunatamente


R. (B.) Larraìn

lunedì 21 ottobre 2013

Nell'occhio, il destro, poesia, di Rodrigo (Buenaventura) Larraìn

... le parole, che poi sono altro (o altro ancora che non saprei
dire)
e io che
mi sono costruito la mia cella
giorno dopo giorno, solo, 
albeggiando, 
col cinismo l'ho sigillata e l'ironia ha dato i giri alla chiave
albeggiando, 
però perdere non è niente, la libertà intendo
o due dita, o un mazzo di chiavi, la memoria,
o la verginità di qualcun altro che non sono io
e non sei tu,
o il senso del limite e dell'impotenza, non è niente
le parole, perderle, è l'abisso, 
albeggiando, 
un abisso tra i tanti che fuggiamo o rincorriamo, 
a seconda dei momenti e dei carichi pendenti, 
non è neppure quella gran tragedia perdere te, o me, 
o l'idea che ho di te, che la gente ha o non ha di te, o di me, 
o l'immagine tua che sfuma da una persona ad un'altra, o il tuo profumo che
non conosco
come si dice, 
albeggiando, 
non ti ho persa, dicono, 
lo dicono i poeti e altri personaggi
patibolari e sinistri, 
perchè non ti ho mai avuta non ti ho persa
o non ti ho persa perchè ti ho avuta,
o tu me,
o al revés,
ma le tue parole, e questo, 
credimi alba fredda e rugiadosa,
non lo dicono i poeti sinistri e patibolari, 
me le tengo strette.
Le prigioni, le celle, le parole, i tacchi alti, i mazzi di chiavi, la frutta nel centro
tavola, i moscerini, la luce della sera che sfibra gli interni
di giallo cromo, la radio che manda musiche balcaniche, free jazz, punk inglese,
il gatto, il divano, l'ronia che c'è nel gatto (in qualsiasi gatto), sul divano (su qualsiasi divano), nel tatuaggio, nello zigomo, nel fard, nel freddo fuori dal portone di casa, e
nel buio scavato dal lampione (un lampione qualsiasi), 
tutto questo e tutto ciò che non è questo ma che le parole han
sotteso, 
con me, 
nella mia cella, 
non le schiodo, 
mi rimangono ammorsate nell'occhio, il destro,
e anche se volessero, un giorno,
chissà quando, un giorno come tanti, nella luce estiva sudata di salsedine
magari, pure mi implorassero,
non le lascerò...

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